Davide Giacalone: Perché Diaconale segretario del Pli
Auguro al Partito Liberale che Arturo Diaconale sia eletto segretario. Nel vasto mondo della diaspora laica, egli è l’unico che può vantare la produzione costante, giorno dopo giorno, per anni, di idee, proposte ed iniziative politiche, sapendo gestire una squadra e mandandone il lavoro in edicola. Non è stato un fascista, non deve pentirsi di avere gridato “onore al duce” (minuscolo, proto, minuscolo) o di non aver condannato le leggi razziali. Non è stato comunista, non deve vergognarsi d’esser campato con soldi sporchi di sangue, né pentirsi di aver lasciato che i fessi, troppo credenti nelle sue parole di un tempo, abbiano lanciato delle bombe. E’ un liberale, vero. Pertanto è rimasto in minoranza anche quando si sono scoperti liberali quelli che non avevano più un’idea decente e spendibile cui attaccare l’ambizione d’arrampicarsi.
Auguro alla politica di potere disporre di un protagonista come lui. Così, magari, ogni tanto, capiterà anche di parlare di qualche cosa di concreto. Lo auguro, in particolar modo, al mondo laico, che è messo così male da non sapere neanche cosa sia, talché si debba poi procedere con il poco laico rosario: liberali, radicali, repubblicani e socialisti. Della serie: neanche noi sappiamo chi e cosa siamo, ma solo ciò che fummo. Quel mondo vive in un film del terrore, con degli alieni che si sono impadroniti dei vecchi corpi e li tengono in (falsa) vita solo per conquistarsi la linfa vitale: un seggio, un posticino, qualche soldo.
In questi anni ho incontrato un sacco di “veri” liberali, repubblicani, ecc. ecc., che proprio perché si sentivano quelli “veri” ce l’avevano solo con quelli falsi, che stavano dall’altra parte. Zombi, per giunta incattiviti.
Diaconale ha annunciato la scelta dello schieramento: il centro destra. Non può fare diversamente, oggi. Ho l’impressione, però, che sia il centro destra a dovere fare una scelta di schieramento, se vuole avere un futuro: liberale. Così come il centro sinistra: democratico e riformista. Chi la pensa come noi, a quel punto, potrà trovarsi da una parte o dall’altra, avendo come principali interlocutori i propri simili dell’altra sponda. E sarebbe come dire (e sperare) che è tornata la politica. Nel frattempo, divenuto infinito, non si fanno sconti a nessuno: sulle riforme istituzionali, sulla giustizia, sull’economica, sul mercato del lavoro. I faziosi togliamoceli dai piedi, tanto sono inutili.
Noi siamo liberali e democratici, metodologicamente riformisti. Abbiamo una naturale vocazione a guidare schieramenti maggioritari. La natura dell’Italia ci ha, però, resi minoritari. Non da oggi. Abbiamo il dovere del pragmatismo, perché la testimonianza appartiene alla fede, non alla politica. Ma abbiamo il dovere assoluto della chiarezza d’idee, del realismo delle proposte e della coerenza. A Diaconale nessuno può insegnare queste cose.
www.davidegiacalone.it
---
Ecco il pensiero di Giacalone, già giovane e brillante militante repubblicano, autore di libri e una delle più vivaci ed apprezzate firme di "Libero".

0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page