XX Settembre, la più bella delle italiche feste
Quella di ieri, per l'Italia era o, meglio, avrebbe dovuto essere una giornata di festa. E non perchè, semplicemente e cattolica-mente, era domenica...
No, ieri ricorreva il 139° Anniversario della "breccia di Porta Pia", simbolo dell'Italia liberale e laica, e di un chiaro STOP alla prepotenza politico-morale di Santa Romana Chiesa. Il "sogno" durò purtroppo poco: il fascismo mise fine al "liberale" e poi, coi Patti Lateranensi, pure al "laico".
Il Risorgimento dovrebbe essere considerato il periodo storiograficamente più importante per l'Italia moderna/contemporanea, e invece se ne sa poco e male...
In aggiunta, spuntano pure libri ASSURDI, ke acquistano tristemente fama perchè pubblicizzati -in maniera tra l'altro illegale- da qualche "papavero" in TV...
A tal proposito, invito a leggere l'articolo sottostante...
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Per il premier il Risorgimento è stato una congiura contro la Chiesa?
- Non è solo legittimo, ma doveroso per chi esercita il mestiere dello studioso affrontare “laicamente” tutti gli aspetti di un processo storico, comprese le ombre, anche quando questo costituisca il fondamento ideale e istituzionale dello Stato e della Nazione. La storia del Risorgimento e dell’Unità italiana non può dunque sfuggire a questa regola, né si deve pretendere che gli storici concorrano, con il loro lavoro, alla celebrazione di una ricorrenza.
Una cosa, però, è approfondire aspetti su cui una storiografia stolidamente “patriottica” tenderebbe a sorvolare (la confisca dei beni ecclesiastici, atti di violenza arbitraria e ingiustificata, brutalità e vandalismi assortiti….), altra è costruire ideologicamente su di essi la contro-interpretazione di una intera vicenda storica. Ed è quello che sembra avere fatto la storica Angela Pellicciari nel suo libro Risorgimento da riscrivere – Liberali & massoni contro la Chiesa, inspiegabilmente consigliato dal Presidente del Consiglio ai giovani del Pdl. Come Pierluigi Battista ha, infatti, acutamente notato il libro “sul” Risorgimento della Pellicciari è in realtà un libro “contro” il Risorgimento, un atto di accusa impietoso e militante, che capovolge il significato storico e il valore politico del processo di unificazione, riducendolo ad una congiura massonica e anti-cristiana e ad una “invasione sabauda”.
Ma non è questo, ci pare, il centro della questione. La storiografia si valuta e giudica in termini scientifici e non può essere “squalificata” in sede politica. Ma l’uso della storia è a tutti gli effetti una “questione politica”. Anzi, a guardare la vicenda italiana degli ultimi decenni è uno dei nodi più sensibili del dibattito pubblico, una vera e propria linea di divisione lungo cui si è articolato lo stesso sistema politico. Ad esempio, fondandosi sulle indubbie opacità degli apparati di sicurezza italiani nel periodo della guerra fredda e dell’escalation terrorista, una certa storiografia ha elaborato quella teoria del “doppio stato” che sarà certo servita a galvanizzare gli animi dei militanti della sinistra, ma non ha contribuito a chiarire (anzi, piuttosto, a confondere) il senso della vicenda politica del secondo dopoguerra italiano. Da destra, non si farebbe un buon servizio né all’Italia né agli italiani se si adottasse il medesimo schema complottistico per riscrivere la storia del Risorgimento e per liquidare i problemi che essa pone nell’attualità politica: con Bossi e il suo localismo nordista “anti-garibaldino”, con una parte del mondo cattolico che si sente ancora espropriato dall’affronto di Porta Pia, con il meridionalismo neo-borbonico del partito del Sud, che vagheggia un autonoma età dell’oro pre-risorgimentale…
Che significato dobbiamo attribuire alle parole di Berlusconi e ai suoi consigli di lettura? Certo c’è qualche problema se mentre il Governo sta approntando le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, il Presidente del Consiglio manifesta pubblicamente di aderire alle tesi revanchiste di un côté minoritario del mondo cattolico, che presenta la lunga lotta per l’indipendenza nazionale dalle potenze straniere e per l’unificazione del Paese come una brutale guerra di aggressione contro la Chiesa. Per amore di verità storica, bisognerebbe ricordare anche altre cose, come ad esempio che se l’unificazione comportò anche un conflitto con lo Stato pontificio (perché la Chiesa mica era solo un’istituzione spirituale, era anche una potenza temporale!), quest’ultimo aveva attivamente operato contro l’indipendenza e l’unità italiana. E se proprio vogliamo insistere, e fare esercizio di memoria, dovremmo anche ricordare che la Chiesa subito dopo l’Unità si scagliò lancia in resta contro il liberalismo con tutti gli annessi e i connessi (anche il Sillabo, forse, potrebbe essere una lettura attuale e consigliabile per capire cosa era allora la Chiesa, e cosa diceva) salvo riscoprirne in seguito alcune virtù, dopo che i “piemontesi” gliele avevano imposte con le cattive.
Il Capo del Governo ha deciso di dare credito a ricostruzioni storiche, che non negano questi fatti, ma li svalutano, a vantaggio di altri che dimostrano la natura massonica dell’ideale unitario e la natura “totalitaria” dello Stato liberale che usurpò il potere politico della Chiesa. A quale scopo?
Che obiettivo persegue Silvio Berlusconi proponendo una lettura che delegittima il Risorgimento italiano? Perché qui, nuovamente, la questione non è più di “ricerca storica”, ma di uso politico della storia e allora questo uso deve pure mirare a qualcosa. A indebolire ulteriormente il sentimento nazionale, che già non gode di buona salute? O a trasformare un sentimento che nelle sue origini nasce forgiato da quei principi universalistici di libertà e progresso, che avevano attraversato l’Europa del XIX secolo, in una angusta identità escludente, che sovrappone la religione alla nazione? Forse non c’è né l’una né l’altra intenzione e ci sono solo pessimi consiglieri. Anche perché nel Governo non sembra aver voce solo chi vuole stilare nuove liste di “buoni” e di “cattivi”, ma anche personalità animate da un sovrabbondante ecumenismo storico: come il Ministro Bondi, che equipara il federalismo laico di Cattaneo, che guardava come modello per l’Italia all’esperienza americana di Filadelfia, e il federalismo di Gioberti che sognava una federazione sotto la guida del Papa: sogno che si infranse quando nel 1848, non per un’opposizione al neo-guelfismo, ma perché lo stesso Pio IX decise definitivamente di abbandonare qualunque sostegno all’ideale unitario italiano!
Comunque sia, ci piacerebbe capire meglio cosa hanno in testa quelli che attendono, con tanta solerzia e disinvoltura, alla “manutenzione” del sentimento nazionale e alla ripulitura dell’ideale patriottico.
Carmelo Palma - 40 anni, torinese, laureato in filosofia, pubblicista. E' stato dirigente politico radicale, consigliere comunale di Torino e regionale del Piemonte. Tra i fondatori dei Riformatori Liberali. Direttore dell’Associazione Libertiamo e di www.libertiamo.it -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Sofia Ventura - nata a Casalecchio di Reno nel 1964, Professore associato presso l’Università di Bologna, dove insegna Scienza Politica e Sistemi Federali Comparati. Studiosa dei sistemi politici in chiave comparata, ha dedicato la sua più recente attività di ricerca ai temi del federalismo, delle istituzioni politiche della V Repubblica francese, della leadership e della comunicazione politica.
CREDITS: Libertiamo

2 Commenti:
Caro Federico,
ogni argomentazione è utile per ripristinare un minimo di decenza culturale, intellettuale e valoriale in questo Paese.
la Cultura (Bondi si tappi le orecchie!)è questa: approfondire da diversi punti di vista,confrontarci(e sai benissimo che su questo tema le nostre visioni sono diversissime..)ed approfonire pagine fondamentali del nostro Stato.
In ogni caso, la mia posizione è a te nota e chiarissima:
ache se avrei difeso allo stremo l'invasione dei bersaglieri in uno stato sovrano in nome della Santità del Papa..visto il deserto intellettuale e morale offerto in questo pessimo periodo "democratico"..porgo la mia mano e dico a questo punto..piuttosto di pulirci il culo con la cultura dei briatore,conora,belen,veline ecc..offeta in questo regime cretinoide..ben venga parlare di Cavour, della casa Savoia, e del risorgimento italiano...riconosco,da papista, che allora c'erano quelle virtù civiche, quelle essenziali qualità morali e cittadine che oramai sono completamente dimenticate o nella peggiore delle ipotesi morte sepolte!
Ciao,
Paolo
Caro Paolo, ti rispondo perchè la questione mi sta particolarmente a cuore...
Questa volta non uso il mio account ma non dovresti avere problemi a capire chi sono...
"avrei difeso allo stremo l'invasione dei bersaglieri in uno stato sovrano in nome della Santità del Papa.."
Potere temporale che cozza contro lo spirito e i principi fondanti del Cristianesimo e che dal punto di vista squisitamente teologico è una mostruosità!
Occorre poi aggiungere che dopo ogni conquista territoriale si tennero dei referendum popolari per confermare o meno la volontà di adesione della popolazione al nascente Regno d'Italia, volontà affermativa che si manifestò in modo piuttosto chiaro, dal momento che molti di quei referendum ebbero un esito plebiscitario...
"piuttosto di pulirci il culo con la cultura dei briatore,conora,belen,veline ecc..offeta in questo regime cretinoide.."
Se uno vuole realmente acculturarsi lo può tranquillamente fare...
Le trasmissioni culturali e di approfondimento storico-politico esistono, le buone riviste, i buoni libri o i buoni siti internet pure, tutte questi strumenti non sono stati messi al bando...
Io e te siamo parte di questa società esattamente come la massa di individui cretini e decerebrati che tu citi, teoricamente abbiamo tutti le stesse possibilità di accesso ai medesimi strumenti, quello che fa realmente la differenza è la volontà...
Se uno vuole acculturarsi ma vive in un sistema che non glielo consente è un discorso, ma se guardare una buona trasmissione, leggere un quotidiano serio o un libro di Kant oppure rimanere incollati tutto il giorno come dei beoti davanti a cose tipo "Buona Domenica" o "La prova del cuoco" dipende esclusivamente dalla sua volontà allora la colpa della stupidità e della superficialità diligante è delle persone stesse e non certo del "sistema cattivo"...
A.
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