Della Vedova al Gay Pride
Il leader dei Riformatori Liberali e deputato PdL Benedetto Della Vedova, sarà (probabilmente) l'unico esponente del centrodestra a sfilare al Gay Pride. Personalmente, pur ritenendo sacrosanto il diritto degli omosessuali a non essere discriminati, ritengo questa manifestazione una pagliacciata, che fa loro più male che bene, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni.
Sinceramente, non vorrei che questa scelta di BDV fosse dettata dalle critiche che gli piovono dalla "comunità liberale" del centrodestra, per certi suoi silenzi sulle politiche economiche di Tremonti, ecc.
Come a dire: "visto, sto andando controcorrente rispetto alla maggioranza della nostra parte politica, in una battaglia di diritti civili molto liberale". Però, non se ne dolgano gay, lesbiche, ecc., l'economia dello Stato riguarda tutti, ed è quindi preminente. E' soprattutto su quel terreno che la battaglia liberale va portata avanti. Lì e nelle VERE sfide con la Chiesa oscurantista d'oggi, per la quale i gay sono uno specchietto per le allodole, dato che loro mirano a ben altro...
Intervista a Benedetto Della Vedova, da Il Corriere di Bologna di sabato 21 giugno 2008
Il Pd che diserta da una parte, il Partito delle Libertà che aderisce dall’altra. Con uno dei suoi esponenti più coraggiosi, ex radicale, che sfilerà al Gay Pride a Bologna, come ha fatto altrove e non una volta sola.
Benedetto Della Vedova, adesso deputato del Partito della Libertà, la promessa ha intenzione di mantenerla.
E, a quanto pare, sarà l’unico parlamentare del centrodestra a sfilare per le strade di Bologna.
Onorevole, sarà forse l’unico in giacca e cravatta sabato prossimo…
«Farà caldo, forse la cravatta la lascio a casa, ma la giacca la metto di sicuro. Sulle modalità e l’ostentazione del Gay Pride si può sempre discutere, basta che lo si faccia senza pregiudizi».
Lei ha un passato da radicale e un presente da azzurro molto aperto. C’è chi la guarderà un po’ di traverso nel suo partito per questa adesione al Gay Pride.
«Nessuno dei miei colleghi contesta apertamente la mia posizione nel partito, ma sono convinto che un grande partito come il Pdl debba rappresentare l’intera popolazione italiana. Non può permettersi di non dare cittadinanza, anche al proprio interno, alle varie espressioni della vita sociale e culturale».
Gay Pride compreso. Che a Bologna è riuscito comunque a dividere il Partito democratico.
«Nella Bologna "busona" cantata da Francesco Guccini mi stupisce molto che una manifestazione come questa diventi ancora il casus belli politico. Non lo è mai stato nemmeno nella New York del sindaco Giuliani…».
Insomma, Bologna non tanto aperta come si vorrebbe credere?
«Negli anni Ottanta, quando frequentavo la città, ho sempre avuto l’impressione che Bologna, centro con molti difetti e molti pregi, avesse però una grande apertura mentale. Si vede che non è più così».
E se il suo amico (ma avversario politico) Grillini ne diventasse il primo cittadino nel 2009?
«Lo conosco e gli auguro di essere scelto come candidato sindaco del centrosinistra, ma vorrei comunque che, se venisse eletto un primo cittadino del centrodestra, fosse aperto al movimento omosessuale».
Ma resta sempre la Chiesa. Monsignor Vecchi ha da poco parlato di quello omosessuale come di un movimento non riconosciuto.
«Quello con la Chiesa è un equivoco: è falso credere (e far credere) che una legislazione che riconosce le coppie omosex metta a rischio le famiglie».
Daniela Corneo

3 Commenti:
appunto perché la Chiesa attacca gli omosessuali per colpire più in alto è giusto scendere in piazza con loro: sono la prima linea
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Penso anche io che la presa di posizione di Dalla Vedova sul Gay Pride sia solo, diciamo così, un modo di risarcire i suoi silenzi assordanti e l'appiattimento "totale"su tematiche ben più importanti come la politica economica di Tremonti e quant'altro.Mi spiace per Dalla Vedova ma questo è sintomo di poca indipendenza.
Certo che per farsi sentire e avere un po di visibilità forse ha scelto una tematica che alla gran parte della gente non so quanto interessi.
Un saluto da Bio!
tremonti sta facendo esattamente quello che aveva promesso nel famoso libro pubblicato durante la campagna elettorale.probabilmente il liberalismo fa paura in un momento storico in cui i concorrenti esteri sembrano surclassarci in maniera forte.personalmente l'argomento del post mi interessa e posso dire che sfilare in un pride non mi è mai sembrata un'abile mossa politica,soprattutto perché sui giornali e televisioni passano solo le immagini più pittoresche .Forse oltre che partecipare a manifestazioni simboliche Della vedova dovrebbe tentare di convincere quanti più parlamentari possibile a modificare la legge Mancino in modo da includere tra le minoranze protette la comunità lgbt.sostenere che una legge che protegge da anni le comunità etniche e religiose si trasformi in reato d'opinione appena tocca i gay è fuori da ogni logica.
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