mercoledì 11 giugno 2008

PdL, "anarchia etica" e il "partito dei cattolici"

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato del Pdl

Spero che il Pdl, anche alla prova del governo, sappia rimanere fedele all’impegno del suo leader, difendendo e presidiando il pluralismo etico-culturale come fondamento della libera convivenza civile. Berlusconi, parlando ironicamente di “partito anarchico” sui temi etici, aveva chiarito la differenza abissale che intercorre tra un partito liberale che difende in modo intransigente i valori della libertà e della dignità umana e un “partito etico” che promuove e difende in sede legislativa una precisa piattaforma di valori, che va invece riservata alla libera scelta dei cittadini. Nessuno dei grandi partiti liberali e conservatori europei ha scelto di diventare un “partito etico”. Anche per questa ragione, spero che il Pdl rimanga un “partito anarchico”, nonostante i richiami di Famiglia Cristiana, che perfino la DC in questa forma non avrebbe giudicato ricevibili.

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“Il Pdl ha il 40%, non sia il partito di Ratzinger”

L’esponente laico: il voto dei credenti è ininfluente, si è sparso su tutti


Intervista a Benedetto Della Vedova, da Il Corriere della Sera di sabato 7 giugno 2008

Benedetto Della Vedova, deputato del partito del premier, ex radicale, canta fuori dal coro: “Il Pdl non può diventare il partito del Papa”.
Perché?
“Il problema non è della Chiesa, ma della politica. Non è del Papa ma dei papisti. Il Pdl non può diventare il partito del Papa, perché rappresenta direttamente il 40 per cento del Paese e tendenzialmente tutta l’Italia."
Secondo gli ultimi dati, però, ben il 60 per cento dei cattolici hanno votato Pdl…
“Mah, sarei più prudente, mi attengo alle analisi sui flussi di voto fatte dal Sole 24 Ore, da cui si dimostra che il voto cattolico si è spalmato su tutti i partiti. E’ stato molto distribuito e quindi, alla fine, è ininfluente”.
Secondo lei allora ha ragione Pannella?
“Ho sempre dissentito dai miei amici radicali e, in particolare da quel grande religioso laico che è Pannella, quando hanno gridato contro i pronunciamenti del Papa e di Ruini, bollandoli come interventi a gamba tesa, tranne poi applaudire quando fa comodo come sugli immigrati… Detto questo, se vogliamo fare il partito dell’identità cattolica, facciamo come Casini: un partito del 5 per cento. Un grande partito fatto insieme di cattolici e di laici, di eterosessuali e omosessuali, deve avere la sua autonomia”.
E lei cosa vorrebbe?
“Quello che ha detto Berlusconi in campagna elettorale: un partito anarchico (cioè liberale) sul piano dei valori, un partito che rifugge da un’etica di Stato e quindi da un’etica di partito”.
Il Papa parla di una “sana laicità”, non va bene?
“Io parlerei di “sano relativismo”, non è vero che il relativismo porti necessariamente al nichilismo: valutare una molteplicità di punti di vista può essere utile. Del resto tutti i partiti confluiti nel Ppe, la pensano allo stesso modo”.
Oggi a Roma ci sarà il Gay Pride: lei è d’accordo con i matrimoni omosessuali?
“Sulla regolamentazione dei diritti delle coppie gay ha ragione Rajoy, il leader del Partito popolare spagnolo: “Gli cambino nome”. Non può essere un matrimonio, ma non possiamo chiudere la porta in faccia a queste persone. Un ragionamento simile vale dall’aborto alle staminali”.

M. Antonietta Calabrò

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