Ostellino: Rivoluzione Liberale senza speranza
Piero Ostellino, editorialista del "Corriere della Sera", è uno dei "totem" della "cultura liberale" italiana. Qui, esprime il suo pensiero, per certi versi fatalmente condivisibile (purtroppo), ma che spreriamo abbia un finale più lieto rispetto al suo rispettabilissimo scetticismo...
Intervista a Piero Ostellino
Quali prospettive hanno i liberali nel nascituro Pdl e nell’attuale governo?
“Duole dirlo, ma non abbiamo alcuna possibilità. La famosa ”rivoluzione liberale“ non è più praticabile. La cultura italiana non è liberale. L’Italia non è un Paese liberale, a differenza dell’Inghilterra o degli Usa, per citare due esempi. Nello stesso centrodestra italiano non c’è una cultura liberale diffusa”. Parole di Piero Ostellino, che di liberalismo è un esperto.
Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera, uno dei massimi esperti di liberalismo in Italia, si pronuncia sul destino delle istanze liberali nel centrodestra e nella politica italiana.
Nel ’94, Forza Italia nacque con l’aspirazione di formare un grande partito liberale. Oggi, nessun liberale occupa posizioni di rilievo. Cosa è successo ai liberali del centrodestra?
I liberali non ci sono più, sono scomparsi. Questo è dovuto al fatto che il movimento creato da Berlusconi, poi trasformatosi in partito, non ha natura liberale. Oggi sono ancora presenti diversi esponenti, alcuni fuori dalla politica, come Alfredo Biondi o Giuliano Urbani, altri in Parlamento, come Antonio Martino, il quale però non ricopre posizioni di governo. Oggi i liberali, purtroppo, non contano più nulla.
Tuttavia, alcune istanze care ai liberali sono ora date per scontate da parte della maggioranza del mondo politico. Il garantismo, per esempio, è assai più diffuso ora che non dieci, quindici anni fa. Questa non è una grande conquista liberale?
Il maggiore garantismo è nell’ordine delle cose. Rispetto al periodo di tangentopoli sono cambiati i tempi. Il giustizialismo, al giorno d’oggi, non ha più rappresentanza. E anche la magistratura si è resa conto che esso non porta da nessuna parte, poiché è impossibile cambiare il Paese attraverso il solo potere giudiziario.
Quali prospettive hanno i liberali nel nascituro PdL e nell’attuale governo?
Duole dirlo, ma non abbiamo alcuna possibilità. La famosa “rivoluzione liberale” non è oggi più praticabile. La cultura italiana non è liberale. L’Italia non è un Paese liberale, a differenza dell’Inghilterra o degli Stati Uniti, per citare due esempi. Nello stesso centrodestra italiano non c’è una cultura liberale diffusa. Paradossalmente, l’unico movimento di stampo riformatore all’interno del centrodestra è la Lega Nord, partito localistico, le cui istanze sono più riformatrici di quelle di FI o AN. Silvio Berlusconi, leader del Popolo delle Libertà, può essere un abile statista e un grande uomo politico, ma è del tutto estraneo alla cultura liberale. Per rendersene conto, basta osservare l’operato del nuovo governo, che pensa sia necessario riempire la pancia degli italiani per risollevare le sorti del Paese. Da una parte è positivo che, su alcune questioni - come l’emergenza rifiuti nel napoletano - sia stata ristabilita la presenza e l’autorità dello Stato. Dall’altra parte si è invece compiuto un passo indietro, tornando alla vecchia logica del compromesso. Lo Stato non deve occuparsi degli stipendi dei supermanager di aziende private, lo Stato non deve intervenire nella faccenda Alitalia. Non c’è filosofia del diritto, la cui conseguenza è una mancanza di principi liberali nell’azione di governo.
Non c’è modo di rendere più liberale la cultura italiana?
Per contrastare gli organi di informazione schierati a sinistra, che rappresentano la metà dell’establishment, i media vicini al centrodestra - alcuni dei quali di proprietà dello stesso Berlusconi, come Mediaset, Il Giornale, Panorama - dovrebbero fungere come uno strumento importante per cambiare la cultura del Paese. Si dovrebbe raccogliere attorno ad essi tutta l’intellettualità liberale, più preparata e competente di quella di sinistra. Invece, essi sono abbandonati a sé stessi, di fatto legittimando l’egemonia culturale della sinistra in Italia. Gli intellettuali liberali non dispongono di un insediamento per diffondere le proprie convinzioni.
Se i liberali hanno poche prospettive nel centrodestra, è invece realistica l’ipotesi – già citata da Marco Pannella – di formare una sinistra liberale?
È evidente che la sinistra del Partito Democratico è più moderata di quanto non fosse in passato, quando faceva parte di coalizioni in cui figuravano partiti di matrice comunista. Nonostante il passo in avanti, è difficile per la sinistra allontanarsi dalle proprie tendenze dirigistiche e collettivistiche. Se la sinistra vuole dimostrare di essere davvero liberale, il banco di prova su cui testarsi è la riforma della prima parte della Costituzione. In alcuni tratti, essa sembra appartenere ad un Paese sovietico. Siamo l’unico Paese che è fondato sul lavoro, ovvero su una merce di scambio, o dove la proprietà privata è vincolata dalla funzione sociale. Si tratta di astrazioni di carattere ideologico, che però vanno ad influenzare le decisioni della Corte Costituzionale, la quale deve ovviamente seguire il testo della costituzione. Una revisione della prima parte della Costituzione in chiave liberale è quantomai necessaria, e una sinistra davvero liberale non può tirarsi indietro di fronte a questa sfida.
tratto da L'Opinione
Credits: La Parte Liberale - LPL

3 Commenti:
Sono totalmente d'accordo con Ostellino quando dice che la cultura liberale in Italia non ha una rappresentanza a livello politico degna di nota, men che meno è incarnata in Silvio Berlusconi che si professa liberale più a parole che nei fatti concreti e nelle sue azioni politiche dal '94 ad oggi.Direi che per certi versi Berlusconi è più statalista che liberale. Un saluto da Bio.
Si, ma se si è circondato di certi personaggi e di fedelissimi scelti da lui peraltro, che di liberale non hanno proprio nulla, doveva capirlo sin dall'inizio che la sua tanto sbandierata "rivoluzione" liberale era inattuabile con certe persone.
Ha accantonato o comunque emarginato la corrente liberale in forza italia rendendola di gran lunga minoritaria all'interno del partito.
Da Bio x Gohan....la mia risposta era per il fede, con il tuo commento concordo al 100%.
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