venerdì 16 ottobre 2009

Per una Destra dei Diritti Civili

Una destra laica, liberale, ecc., ma soprattutto moderna, ha l'obbligo di dare risposte serie, valide e non ideologiche anche su tematiche ke magari, x qto riguarda l'Italia, non l'hanno mai riguardata particolarmente.

Ecco, a tal proposito, alcuni punti di vista sul tema dei diritti civili.


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Pdl e i diritti civili, ora o mai più. È il momento di vedersi e di capirsi

“Il PdL tenendosi distante e contrario alla tematica dei diritti civili avrà seri problemi non solo in Italia ma anche nel Partito Popolare Europeo.” Questa frase netta e illuminante è stata pronunciata dall’onorevole Benedetto Della Vedova, presidente di Libertiamo, nel corso del congresso nazionale di GayLib, tenutosi lo scorso sabato a Milano.
Due realtà, Libertiamo e GayLib, che proprio sui diritti civili convergono ma, dopo il congresso che ha eletto chi scrive segretario nazionale – possiamo dirlo – vi sono tutte le ragioni e le possibilità vive per giungere a un ulteriore e forte aggancio all’interno del Popolo della Libertà.

Il saluto cordiale e sostanziale che il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha inviato all’assemblea, definita come un “contributo a una società fondata su rispetto e uguaglianza”, così come quello del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che è andata oltre definendo GayLib una “risorsa per il centrodestra” e del ministro Gianfranco Rotondi che ha dato all’appuntamento congressuale la patente di “iniziativa volta a coniugare diritti liberali e centralità della persona umana nel solco della nostra ispirazione cristiana” hanno fatto sì che tesserati, soci e simpatizzanti di GayLib, forse per la prima volta, si siano sentiti davvero a pieno titolo parte del PdL.

Una sensazione purtroppo effimera. Non tanto e non solo, infatti, per la pessima immagine offerta dai rappresentanti della Camera dei Deputati di entrambi gli schieramenti i quali, evidentemente, hanno messo gli interessi e le beghe di parte al di sopra del bene dei cittadini, quanto per i commenti che si sono letti sulla stampa all’indomani della bocciatura della proposta di legge antiomofobia.

Leggendo, infatti, i giornali di ieri mattina, l’affermazione di Della Vedova riportata all’inizio, sembra di fatto e definitivamente capovolta. Unanimemente i nove coerenti e coraggiosi “libertari” del Pdl, che si sono espressi contro le eccezioni di incostituzionalità dell’Udc e a favore di un “terzo tempo” in Commissione, vengono definiti al pari di “dissidenti”. Fabrizio Dell’Orefice, notista de “Il Tempo” va addirittura oltre e parla in prima pagina di una “nuova maggioranza etica” (come se già non fossimo troppo vicini all’Iran o alle marche afgano-pakistane ancora soggiogate dai talebani).

Il sedicente gayfriendly Pier Luigi Diaco sulle pagine di Libero con l’abituale tono da maestrino (non sbagliando in realtà del tutto la mira, anzi) ironizzava sull’Italia che non è un gay-crazia ma una democrazia, partendo dai rischi legati alla legge Concia, quella di avere, dopo i professionisti dell’Antimafia, quelli dell’antiomofobia, senza in realtà ottenere alcun risultato.

E’dunque evidente a tutti, crediamo, che ieri per la battaglia sui diritti civili sia stata una vera e propria Caporetto. Ora, tuttavia, l’impegno dei gay liberali di centrodestra deve necessariamente andare verso l’unica direzione che a nostro giudizio pare possibile: l’ampliamento della cosiddetta piattaforma delle rivendicazioni (scusate il sindacalese, ma tant’è…) chiedendo al PdL e non ad altri l’effettiva parificazione dei diritti e dei doveri per le persone e le coppie omoaffettive. Vogliamo farlo, certamente all’unisono con Libertiamo, in una data prossima allo scempio avvenuto l’altro ieri. Con l’obiettivo, ripartendo dai nove “congiurati” per i diritti civili, di aprire a 360 gradi nel PdL il dibattito su questo importante tema.

L’altro ieri abbiamo avuto la prova del nove, infatti, che con le mezze misure, le leggine e i compromessi (troppo) al ribasso non si va da nessuna parte. Molto bello sarebbe, da ultimo, se l’ospite d’onore di questo incontro fosse il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, magari con il suo testo di legge contro l’omofobia che, speriamo, il Governo voglia sostenere e approvare, partendo però, stavolta, dal grande tavolo del Consiglio dei Ministri. Il titolo per l’appuntamento che qui vogliamo convocare c’è già e non potrebbe essercene uno migliore: “Il PdL e i Diritti Civili”. Esserci sarà una chiara scelta di coscienza oltre che un forte segnale di volontà politica di cui, mai come oggi, la più numerosa minoranza del Paese ha un fortissimo bisogno per non sentirsi davvero e definitivamente orfana e straniera a casa propria.

Daniele Priori - Nato a Marino (Rm) il 27 marzo 1982. Giornalista, è segretario politico dell’associazione GayLib. Tra i primi tesserati dei Riformatori Liberali dall’autunno 2005, è tra i soci fondatori di Libertiamo. Collabora col “Secolo d’Italia” e con riviste locali e nazionali. E’ direttore di collana presso l’editrice Anemone Purpurea di Roma per la quale ha pubblicato, insieme a Massimo Consoli, il libro “Diario di un mostro – Omaggio insolito a Dario Bellezza”
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Sull’omofobia il Pdl segue il Ppe, non si attardi su posizioni di retroguardia

di Benedetto Della Vedova

Rispetto al disegno di legge della collega Concia, nel Pdl hanno finito per prevalere motivazioni giuridicamente contraddittorie e politicamente sbagliate. E’ contraddittorio sostenere che l’estensione agli omosessuali delle stesse protezioni “anti-discriminatorie” previste per ragioni etniche, religiose, e nazionali sarebbe incostituzionale (perché allora ogni norma anti-discriminatoria lo sarebbe).
E’ politicamente sbagliato sottovalutare la portata dei pericoli che incombono su gay, lesbiche e transessuali, visto che il dilagare della violenza, da una parte, e della discriminazione dall’altra oggi non trovano argine alcuno, neppure in una cultura civile condivisa.

Il Pdl anche sui temi della discriminazione fondata sull’orientamento sessuale dovrebbe serenamente accettare la posizione prevalente nel PPE, anziché tentare di resistere su posizioni di retroguardia che sarebbero incomprensibili per i nostri colleghi spagnoli, inglesi, francesi e tedeschi, oltre che per una parte maggioritaria del nostro elettorato.


CREDITS: Libertiamo

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In appendice, ecco i pochi coraggiosi del PdL che hanno votato la proposta PD sull'omofobia:

Carmelo Briguglio, Giuseppe Calderisi, Benedetto Della Vedova, Chiara Moroni, Flavia Perina, Mario Pepe, Roberto Tortoli, Adolfo Urso e soprattutto Italo Bocchino che del Pdl è vicecapogruppo, e che in aula ha parlato a nome del gruppo votando però alla fine con l’opposizione. Nel Pdl si sono registrate anche dieci astensioni.

CREDITS: la Stampa

1 Commenti:

Alle 16 ottobre 2009 alle ore 09:15 , Anonymous Anonymous ha detto...

Ciao Federico,
sempre interessanti e profondi gli spunti che presenti sul tuo Blog.
La mia posizione molto teo.. la conosci...
Affermo soltanto che è stata esagerata la reazione dell'Onu e dei movimenti vari nei confronti del nostro Paese.
Insomma parliamoci chiaro: non mi sembra che Alcide De Gasperi abbia creato i campi di concetramento, ne che l'Udc (ex Dc) si sia macchiata di posozione "estremiste, omofobiche, intolleranti, razziste, schizzofreniche" nei confronti degli omosessuali.
Dai..la Binetti non è certo una senatrice delle SS ne Casini un feroce torturatore.
Massimo rispetto per i diritti civili, ci mancherebbe.
temo, che dei diritti civili ed umani argomenti che ritengo seri e SACRI, si stia facendo un carosello, un carnevale di Rio, uno sputtanamento della dignità della persona in un momento così fragile dal punto di vista umano, etico ed ideologico.
Stiano tranquilli gli omosessuali: non cambia nulla,così come non è successo nulla dal 1948 al 1992 nel regno della Dc...non mi sembra che in Italia ci fossero Gulag o che a Piazza S.Pietro si bruciassero in piazza gli omosessuali.
Ci dovrebbe essere più serietà (ovviamente non dico a te, ci mancherebbe...ma penso a chi urla nei dintorni di S.pietro e vuole libertò contro la tirannide dei preti e delle forze politiche vicine alla chiesa..) meno gay pride o rivendicare libertà solo per spot(abbiamo tutte le libertà di questo mondo!!)ed affrontare con serietà e raziocinio queste delicate questioni.
UN abbraccio,
Paolo

 

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