In Germania una vittoria di segno liberale, indicazioni utili per il Pdl
Dal punto di vista politico, la vittoria della coalizione giallo nera (CDU/CSU-FDP) è inequivoca. E malgrado un sistema elettorale assurdo, dovrebbe consegnare della coppia Merkel-Westerwelle una solida maggioranza parlamentare.
Il risultato del centro-destra tedesco dimostra che i partiti e le coalizioni liberali e moderate, anche in un continente preoccupato dagli strascichi della crisi finanziaria globale, possono vincere scegliendo una piattaforma coraggiosamente riformatrice.
La Merkel aveva detto di ritenere la Grande coalizione (condizionata dal conservatorismo sociale dell’SPD) inadeguata a questa sfida e ha proposto agli elettori l’alleanza con i liberali. Mi pare che abbia vinto la sua scommessa. D’altra parte lo straordinario successo dei liberali di Westerwelle dimostra che, anche in un paese legato alla tradizione cristiana e al modello dell’economia sociale di mercato, una componente sinceramente liberale e liberista (sui temi etici, come su quelli economici) non trova solo pieno riconoscimento culturale, ma anche piena valorizzazione politica.
Dal risultato della Merkel e di Westerwelle e dalla loro piattaforma politica di chiaro segno liberale giungono indicazioni utili anche per il Pdl.
Benedetto Della Vedova - Nato a Sondrio nel 1962. Laureato alla Bocconi, economista, è stato ricercatore presso l’Istituto per l’Economia delle fonti di energia e presso l’Istituto di ricerca della Regione Lombardia. ha scritto per il Sole24Ore, Corriere Economia, Giornale e Foglio.Dirigente e deputato europeo radicale, è stato Presidente dei Riformatori Liberali. Da due legislature è deputato, eletto prima nelle liste di Fi e quindi del Pdl.
CREDITS: Libertiamo

6 Commenti:
Da oggi ho un amico in più: Westerwelle.
il liberale tedesco infatti si è rifiutato (FINALMENTE UN MINIMO DI ORGOGLIO PATRIO!!) di rispondere ad una domanda in inglese (PESSIMA LINGUA TRA L'ALTRO!!!), non la vuole neppure ascoltare. «Siamo in Germania, la prego di parlare in tedesco», esorta Westerwelle.
«La prego, con tutta la comprensione possibile. Così com'è ovvio che in Gran Bretagna si parla in inglese, così qui in Germania si parla in tedesco».
Sulla vicenda scherza il britannico Independent: «Il tutto è un assaggio del nuovo orgoglio teutonico negli affari internazionali».
eh..mi sembra il minimo, premesso che i sudditi di sua maesta non hanno NULLA da insegnare alla lingua di Goethe Hegel e Kant ..ognuno a CASA SUA parla la lingua della sua PATRIA!
E diciamolo: BRAVO Westerwelle!!!
Sempre contro l'uniformità (stalinista..)culturale di una sola lingua, un solo commercio, una sola mentalità (anglo/yankeE!!)
Paolo!
Caro Gohan, ho volutamente aspettato di scriverti oggi sia perchè solo ora ho un briciolo di tempo che per la mia sfida alla giornata dai "lunghi coltelli" che va per iniziare questa mattina con la vomitevole manifestazione, di stampo goebbelsiano, sulla libertà di stampa. e allora mi metto a SCRIVERE!!
Ritengo che la debolezza culturale possa essere originata anche dal frantumarsi, sessantottianamene, di tutte le barriere, dal relativizzare tutto, non avendo più una bussola, una mappa ci si perde nel deserto ecco la "cultura", l'aria densa che si respira oggi giorno: manca la bussola, tutto è uguale, tutto è fruibile, sostituibile, il dominio dei super-market..
Penso che ne saranno rammaricati ma le due maggiori potenze anglofone, continuiamo a metterla sulla "lingua", hanno originato, più di Stalin e Lenin, un mondo comunista degli eguali:tutti consumatori, tutti sostituibili, tutti clienti culturali, tutti plasmati e cullati seconda una mentalità generalista che corrisponde con il modello cittadino ritenuto vincente nelle due forze imperiali.
Insomma..è la "fattoria degli animali"di Orwell un mondo ad una via dove si inculcano, fin da quando siamo nel pancione della mamma, l'inglese come il nuovo latino (da qui la mia ammirazione per il gallo Bercingetorige), hallowen, il rimembrare che esiste solo un 11 Settembre (ed il 1683?), il ricordo (peraltro fazioso e con tante lacune)di una sola guerra mondiale, l'ultima (quella che ha sancito il predominio delle potenze anglofone, il consumo spasmodico di prodotti vasellinati, permettimi il termine, dalle alpi, ai pirenei, dalle piramidi, alle pagode in tutto il "loro" regno,
al di la dei giudizi estetici riferiti alla lingua Inglese critico fortemente che gli studenti tedeschi sappiano più di Roosvelt che della dinastia Ottoniana di Sassonia, contest5o che gli italiani od i francesi sappiano tutto dei telefilm americani o dell'Arkansas e poi non sanno dove si trova la Cornovaglia o Montecassino. Un attimo di autarchia culturale, per non disperderci, non ci farebbe male..poichè ci si perde sia restando ancorati in modo ingorante al proprio orticello, costruendo un muro ideologico nel proprio modo di vivere ma è altrettanto vero che ci si perde nella transessualità culturale...
Il liberale tedesco, a mio avviso, è statro visto come un "mostro lessicale" perchè è andato contro il latino dei nostri tempi (così come Chirach che non è per niente buono o peggio ancora sinistroso, era visto un nemico dell'america, dunque dell'occidente, dunque di Legnago ed un mio e tuo nemico solo perchè aveva altre idee da quelle che l'elite generale voleva fare passare..giuste o sbagliate non m'iporta..). è giusto un certo confronto di idee (nel confronto però devono essere due persone/entità/organizzazioni di pari peso e livello a sostenere una certa argomentazione..)ma senza troppo "empatia", non prostituendo la nostra identità, capire il nostro passat, dove veniamo, i nostri usi e costumi per tracciare insieme un percorso futuro
ripristinando un minimo di gagliarda e sana (sai bene che non sono il becero leghista...)identità culturale autarchica penso faremmo cosa stimata ed utile anche ai due Paesi che ho così tanto criticato: almeno, mi riferisco agli inglesi, riprenderebbero a comprendere seriamente chi era Churchill (il 75% degli studenti inglesi pensa che sia stato un astronauta..mentre il 92% degli stessi studenti sanno tutto di micheal jordan...). un minimo di stima ed autostima ideologica, culturale, intellettuale per contrastare questo deserto dei tartari ad una rossissima (in ricordo della piazza rossa) via...te mi dirai..ciao
Paolo
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