Gheddafi e Dalai Lama: il Governo concede troppo al primo, troppo poco al secondo
di Benedetto Della Vedova & Carmelo Palma
C’è un’obiettiva sproporzione politica e simbolica tra l’accoglienza calorosa riservata al Colonnello Gheddafi e il silenzio con cui l’esecutivo sta accompagnando l’inizio della visita del Dalai Lama in Italia. Dal primo si sono dovute sentire, per l’ennesima volta, parole di propaganda antisemita e di derisione esplicita della fede cristiana, che non ci pare abbiamo suscitato reazioni veementi e risentite. Dal secondo non ci si potrà che attendere parole di pace e di riconciliazione che, purtroppo, continuano a non trovare effettivo riscontro sul piano internazionale.
Il problema, ancora una volta, non è fare la “pagella” dei buoni e dei cattivi, perché il governo di una medio-grande potenza industriale è tenuto a mantenere relazioni proficue con qualunque interlocutore, nel nome degli interessi del Paese e delle esigenze di pace e di stabilità della comunità internazionale. Nel contempo, però, un grande Paese è anche tenuto a promuovere e riconoscere le leadership che più possono favorire il raggiungimento di questi obiettivi e di arginare quelle che, al contrario, non sono interessate a consolidare, ma a destabilizzare gli equilibri globali. Non occorre essere un esperto o un analista per comprendere chi tra il Colonnello Gheddafi e il Dalai Lama rientri nella prima categoria e chi nella seconda.
Nella scorsa legislatura ritenevamo che l’incontro del Dalai Lama con il Presidente Prodi o con un esponente del Governo incaricato dal capo dell’esecutivo avrebbe rappresentato un messaggio esplicito e amichevole nei confronti delle autorità cinesi; a maggiore ragione oggi pensiamo che, dopo le parole di Obama, il presidente Berlusconi abbia l’opportunità di concorrere, con un gesto concreto e eloquente, alla ripresa dei negoziati tra il regime cinese e le autorità tibetane in esilio. La piattaforma del Dalai Lama (un piano per l’autonomia religiosa, culturale e civile del Tibet) è lontana anni luce da una qualunque pretesa secessionista, e non compromette né mette in discussione la sicurezza né l’unità della Repubblica Popolare Cinese.
Nella storia della Repubblica, un solo Presidente del Consiglio accettò di incontrare il Dalai Lama: il neo-eletto Berlusconi, nel 1994. Auspichiamo che lo scandalo si ripeta. E che al contrario non si ripeta l’imbarazzante spettacolo delle tournée italiane del Colonnello Gheddafi, a metà tra l’avanspettacolo, l’irrisione, e la performace narcisistica. Quella che i più (a destra come a sinistra) hanno salutato con la benevola condiscendenza che si riserva ad un vecchio clown, e non con la severità che si merita un vecchio tiranno.
CREDITS: Libertiamo
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E' indubbiamente una vergonga, che il nostro Paese sia prono verso dittatori terroristi senza scrupoli come Gheddafi (e anke Putin, nn dimentichiamocelo), e poi non abbia il coraggio di dar voce al Dalai Lama e alle istanze tibetane. Certo, non è ke il "fratello maggiore" USA dia tanto il buon esempio, ma appunto poteva essere un'occasione per dimostrare anke ke l'Italia non è subalterna a nessuno, principale alleato compreso.
Fortunatamente, a questa ignavia si opponel l'eccezione del Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini. L'ex leader di AN ospiterà infatti a Montecitorio la guida spirituale buddhista. Bravo Gianfranco, continui a farmi/farci sognare!!!

1 Commenti:
la Lectio Magistralis romana del BEDUINO Gheddafi, a cui hanno assistito 200 OCHE PUTTANE GIULIVE (magari sono le stesse che vogliono il crocifisso fuori dalle scuole e poi si fanno ammagliare dal Libro Verde e dal Corano!!)rappresenta l'ulltima porcheria in salsa bismarkiana, di una società più interessata agli affari (Putin, Gheddafi, Hu Hintao, Mubarak, la dinastia Saudita ecc...)che alla morale (pernacchie al Papa non gradito nelle università, il Dalai Lama ospite non gradito, non parliamo dei sionisti ebrei sembre boicottati pure alle fiere dei libir ed i TERRORISTI COME BATTISTI O HAMAS???O loro sono fighi ecc...).Complimenti, continuiamo così che si va benissimo!Infine, tengo a precisare un ultimo squallore:alla conferenza della FAO i leader occidentali hanno boicottato quasi in toto il futuro di oltre un miliarod di vite umane! l'unico leader occidentale presente era il Nostro Presidente del Consiglio..i moralizzatori erano troppo impegnati a leccare i fondelli Hu Hintao e farsi il giro lungo la Grande Muraglia....
Paolo
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