sabato 16 gennaio 2010

Se Danielona nn dispiace solo a me...

Quelli che seguono, sono due interventi, legati l'uno all'altro, su perplessità verso la Santanchè.

Le ritengo importanti, soprattutto, perchè vengono da altre donne "di destra"...


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Quello che le donne (del Pdl) non dicono

di Alessandra Mussolini


«Maometto era un pedofilo». «Avremo la bava alla bocca». «Silvio è ossessionato da me: non gliela do». «Silvio vede le donne solo orizzontali». «Tranne me, le altre donne della politica sono tutte strumento di uomini». È un bouquet di perle di saggezza motivo per le quali noi, donne del Pdl, dovremmo essere felici e soddisfatte se un certo personaggio entrerà nel governo. Probabilmente questo personaggio ha cambiato idea o è successo qualcos'altro che gliel'ha fatta cambiare e noi, donne del Pdl, non ce ne siamo accorte. A soli 18 mesi, da quando questo personaggio si autocandidò con un partito non suo contro Berlusconi e il Pdl - vabbè, ma questo forse è solo un dettaglio… - assistiamo alla conversione sulla via di Damasco: così come San Paolo era uno dei più agguerriti avversari dei cristiani anche il personaggio appariva "incazzata" (per dirla come lei) contro il Pdl.
Poi, la conversione. Non c'è che dire: meno male che Silvio c'è! E di fronte a una conversione, in fondo noi, donne del Pdl, soddisfatte dovremmo esserlo davvero. Noi, donne del Pdl, abbiamo lavorato sodo, in tutti questi mesi, per costruire una casa politica solida, credibile e accogliente: è giusto dare ospitalità ai pellegrini della politica. Noi, donne del Pdl, abbiamo sacrificato simboli e posizioni personali per il bene comune: è giusto, quindi, dare un posto all'ultimo arrivato come al figli prodigo. Noi, donne del Pdl, abbiamo sperato in un partito aperto e plurale, auspicando una apertura a personalità importanti e di peso: è giusto, così, che si accolga un personaggio che magari è di peso per i bijoux. Noi, donne del Pdl, abbiamo fermamente creduto e operato affinchè la meritocrazia e la affermazione di una democrazia paritaria fossero al centro dell'azione politica del Pdl: è giusto, allora, che aumenti la componente femminile al governo con una donna proveniente da un altro partito. Tutto ciò per noi, donne del Pdl, dovrebbe essere fonte di felicità e soddisfazione. Ma allora perché ci sentiamo così infelici, insoddisfatte?


16/01/2010


CREDITS: Secolo d'Italia

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Alcune perplessità femminili sul forse prossimo sottosegretario al welfare
Santanché. E una conversione che non dà felicità

di Cecilia Moretti


Per presentarla, Alessandra Mussolini, preferisce non usare parole sue, ma citare lei stessa, offrendo un florilegio di citazioni che la persona in questione ha dispensato nelle occasioni più varie: dibattiti, incontri, interviste, salotti televisivi, spesso. «Maometto era un pedofilo». «Avremo la bava alla bocca». «Silvio è ossessionato da me: non gliela do». «Silvio vede le donne solo orizzontali». «Tranne me, le altre donne della politica sono tutte strumento di uomini». Queste le affermazioni selezionate.

Il copy right è di Daniela Santanché, il soggetto sottinteso non tanto misterioso del corsivo della Mussolini, tutto dedicato a lei, sul Secolo di oggi. Proprio nei giorni in cui circola sempre più insistente la voce che vuole la ex leader de La Destra prossimo sottosegretario al welfare. È esattamente su questa «conversione sulla via di Damasco» che la Mussolini si concede qualche riflessione, facendosi portavoce delle donne del Pdl e dei loro non detti sottintesi.

«Come San Paolo era uno dei più agguerriti avversari dei cristiani, anche il personaggio appariva “incazzata” (per dirla come lei) contro il Pdl». (Il personaggio, ça va sans dire, è la Santanché).
Poi la folgorazione, «a soli 18 mesi da quando questo personaggio si autocandidò con un partito non suo contro Berlusconi e il Pdl». E fu, allora, meno male che Silvio c’è. Con convinzione, senza ombra di dubbio, proclami. Quasi questa fosse l’indefessa fede di sempre.

«Probabilmente questo personaggio ha cambiato idea o è successo qualcosa che gliel’ha fatta cambiare e noi, donne del Pdl, non ce ne siamo accorte», spiega ancora la Mussolini un po’ perplessa. Ma ecco che qui arriva al punto, precisando quello che la turba, ciò che non capisce. Aldilà di tutto, questa della Santanché pur sempre conversione è, di questo si tratta e «di fronte a una conversione, in fondo noi, donne del Pdl, soddisfatte dovremmo esserlo davvero». Soddisfatte e felici. Perché, elenca, «noi, donne del Pdl, abbiamo lavorato sodo, in tutti questi mesi, per costruire una casa politica solida, credibile e accogliente: è giusto dare ospitalità ai pellegrini della politica. Noi, donne del Pdl, abbiamo sacrificato simboli e posizioni personali per il bene comune: è giusto, quindi, dare un posto all’ultimo arrivato come al figliol prodigo. Noi, donne del Pdl, abbiamo sperato in un partito aperto e plurale, auspicando una apertura a personalità importanti e di peso: è giusto, così, che si accolga un personaggio che magari è di peso per i bijoux. Noi, donne del Pdl, abbiamo fermamente creduto e operato affinché la meritocrazia e la affermazione di una democrazia paritaria fossero al centro dell’azione politica del Pdl: è giusto, allora, che aumenti la componente femminile al governo con una donna proveniente da un altro partito. Tutto ciò per noi, donne del Pdl, dovrebbe essere fonte di felicità e soddisfazione».

Ecco, invece, no. Non è così. E precisamente questa è la stranezza su cui si riflette, che poi tanto stranezza non è. E la risposta che la Mussolini cerca, alla fine si scopre essere già nella sua stessa domanda. Noi lì l’abbiamo trovata. E con noi probabilmente qualche altro.

16 gennaio 2010


CREDITS: FFWebMagazine

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