Forza Italia, partito liberale. Di messa?
Riporto questo più che mai condivisibile "commento" di Paolo Pillitteri, pubblicato su "L'Opinione":
Il fatto. Il tribunale di Cagliari ha deciso di riconoscere ad una coppia cagliaritana il diritto di ricorrere alla diagnosi preimpianto per fare analizzare il proprio embrione congelato. Il diritto, riconosciuto dai giudici cagliaritani ai genitori, è motivato dall’alto rischio per la coppia di mettere al mondo un bambino malato di talassemia, patologia di cui i genitori sono portatori sani. La sentenza è, per certi versi, innovativa, superando la stessa legge 40 sulla fecondazione assistita (una legge oggettivamente arretrata ancorché suffragata da un referendum) che impedisce quella possibilità che la sentenza, invece, consente. Le reazioni. Ovviamente, la Cei si è fatta sentire. Tramite il Segretario Generale, Mons. Betori. Dal suo punto di vista, trattasi di una sentenza sbagliata perché va contro una legge dello Stato approvata dal Parlamento e contro la stessa Corte Costituzionale. Un giudizio che non ci convince, ma legittimo, sobrio, molto british. Cosa deve fare la Chiesa se non difendere una posizione, un principio, a suo dire etico e religioso non trattabile? Non sottoponibile alla scienza, per dire, alla ricerca, alle conquiste tecnologiche applicate alla medicina. Intendiamoci, noi la pensiamo ben diversamente e, lo diciamo, subito, concordiamo coi giudici sardi. Ben diverse le dichiarazioni dei politici. Non, si badi bene, di quelli un tempo definiti “democristi” bigotti, proni al Vaticano, beghine da oratorio, cinghia di trasmissione fra politica e Chiesa. No. Persino un ex Dc, l’on. Volontè dell’Udc, si è limitato a invitare il ministro Mastella al question time per riferire sulla sentenza cagliaritana, ma l’impressione è che il ministro abbia altri... Grilli per la testa. No. Chi ha alzato di più i toni della voce, ricorrendo a parole roboanti e predicatorie, sono stati esponenti di Fi, per di più donne e parlamentari. L’on. Burani Procaccini ha definito gravissimo il fatto di Cagliari e ha invitato Mastella ad inviare ispettori al Tribunale cagliaritano, così, tanto per aizzare il grillismo sardo, ancora allo stato latente. L’on. Bertolini, sempre di Fi, ha giudicato la sentenza manco fosse ispirata alle teorie della razza eletta del Terzo Reich, bollandone la “pericolosissima deriva genetica” e, come se non bastasse, condannando irrevocabilmente la “liceità di una aberrante selezione artificiale di embrioni”. A sentire le due zelantissime parlamentari, si capisce la mutazione di quello che fu il partito liberale di massa in una “cosa” di Messa, giacché ci troveremmo di fronte ad un vulnus serissimo, ad enormità gravissime autorizzate dalla giustizia, e contra legem. In realtà, la sentenza travalica la legge 40 e si riallaccia proprio a quei bisogni etici, di principio, che la bioetica ha reso centrali nel dibattito laico e civile. Perché “interviene su uno dei suoi punti dirimenti, quando cioè viene impedito l’utilizzo di una tecnologia a disposizione di tutti, per tutelare la salute psicofisica della donna e del nascituro”. Sono parole sagge e affatto condivisibili di un’altra parlamentare, per di più ministro, Emma Bonino. Radicale storica, laica, la Bonino ha riportato questa “sentenza di buon senso” all’interno di una discussione, di un confronto alto, su un tema di fondo: “E’ possibile impedire l’accesso alle tecnologie sulla base di motivazioni religiose o di qualunque altro genere?”. Appunto. Altro che invocare i salvifici ispettori ministeriali o evocare i fantasmi dell’eugenetica razzista. Hic Rhodus, hic salta. Et, sourtout, pas de zele, come diceva un Cardinale Saggio.