lunedì 31 marzo 2008

Galan e l'immigrazione: lodi da BDV, successo liberale

A dimostrazione, per altro non necessaria, dello spessore politico del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, liberale vero, ecco una dichiarazione di Benedetto della Vedova, Presidente dei Riformatori Liberali e candidato alla Camera nelle liste del PdL.

Necessaria l’integrazione economica, culturale e civile degli immigrati

La questione dell’immigrazione è un problema sensibile e un tema di grande mobilitazione elettorale. Vale in tutti i partiti, in tutti gli schieramenti e in tutti i paesi che accolgono e integrano masse crescenti di lavoratori e cittadini stranieri.
Detto questo, proprio la delicatezza del tema implica il massimo del realismo e della misura, quando dal piano dei principi astratti si passa a quello delle politiche concrete, cioè delle scelte legislative, amministrative e di governo.
Il Pdl fa bene a tenere alta la guardia sulla necessità di governare il problema dell’immigrazione con il massimo della severità e del rigore, senza cedere di un millimetro alla demagogia "lassista" della sinistra ex e neo comunista. Ma questo rigore non deve tramutarsi in una demagogia uguale e contraria, che impone barriere irragionevoli alle necessarie misure di integrazione economica, culturale e civile. A mio parere la posizione migliore (che risponde - penso -ai sentimenti della assoluta maggioranza degli elettori del centro-destra) è quella espressa dal Governatore Galan nella sua intervista di oggi alla Stampa.
E’ inutile e dannoso contrapporre alla demagogia dell’accoglienza indiscriminata la retorica del no, altrettanto indiscriminato, all’immigrazione e agli immigrati.

Credits: Riformatori Liberali

venerdì 28 marzo 2008

Slash & Vasco!!!

Ogni tanto qui si parla pure di musica e comunque non solo di politica...



Beccatevi l'assolo che il grande Slash, ex chitarrista dei Guns N'Roses ha "regalato" a Vasco Rossi!!!



giovedì 27 marzo 2008

La demagogia miliardaria della Santanchè



Nella puntata di “Porta a Porta” andata in onda ieri sera, ho avuto lo spiacere di rividere Daniela Santanchè…

La candidata premier de “La Destra – Fiamma Tricolore”, ha avuto negli ultimi tempi una svolta molto decisa.

Per carità, gli abiti firmati, i tacchi alti e le cosce al vento sono rimaste, ma nonostante ciò, il suo moralismo di facciata si è fatto davvero pesante e pressante, oltre che falso e demagogico.

E così, ci regala una serie di perle, tipo quella sul fatto che per Berlusconi le donne esistano solo in posizione orizzontale…

Traduzione: per lui le donne servono solo per portarsele a letto.

Ora, a parte che una “scafata” come la signora, sa sicuramente che certe cose le si può fare anche “in verticale”, non è lei quella che ha trionfalmente (oltre che polemicamente) mollato AN per passare con La Destra, proprio su “consiglio” del Cavaliere che, il piena lotta con Fini, fu il vero deus ex machina “occulto” della scissione storaciana?!?

Oltretutto, non mi dica che crede veramente che invece Epurator er borgataro sia il Principe Azzurro…

Altra fantastica perla della combattiva Daniela è stata «stipendio ai parlamentari calcolato sulla media dello stipendio dei lavoratori italiani, ossia 1200 Euro al mese».

Allora, intanto quella dei parlamentari è un’indennità, e non uno stipendio. Che poi per tanti lo sia, è un altro paio di maniche ma, almeno sulla carta, fare il parlamentare non dovrebbe essere un lavoro, ma un ufficio pubblico in favore della Comunità.

Ciò detto, probabilmente la signora Santanchè non ha mai fatto politica “sul campo”, e magari ha sbagliato a contare gli zeri del suo conto corrente.

La politica, cara signora, non la fanno solo i miliardari come lei!

Le pare che, ad esempio, il classico operaio comunista, che ci crede si dà da fare e poi lo mandano al Parlamento, potrebbe mollare il suo lavoro, farsi i viaggi avanti e indietro o prendere un alloggio a Roma, pagarsi i collaboratori e magari, se ci tiene al territorio dove è stato eletto perché non è il solito paracadutato, aprire un ufficio dove i suoi concittadini, ecc. possano rivolgersi?!

Certo, adesso con questa legge elettorale le cose sono un po’ diverse, ma coi collegi o con le preferenze, uno il territorio se lo deve curare, deve organizzare cene, eventi, magari contribuire a mantenere la sede alla sezione locale del partito al quale, a livello nazionale, deve pure versare una percentuale dell’indennità.

É facile spararle grosse, quando si è nella sua posizione, con tanti soldi e il sostegno dei salotti buoni!

É di certo più coerente Berlusconi, che non si nasconde dietro un dito e non si vergogna della sua ricchezza, rispetto a lei. Che sia perché lui se l’è costruita e invece lei se l’è trovate tra le mani?!?

Infine, ritorno un attimo su Storace: A France’, guarda che se vuoi essere il Benito del Duemila, sei partito malissimo! Lui, quelle dei salotti buoni forse le ascoltava, di sicuro le “coricava”, ma di certo non le mandava a fare la figurina al posto suo…

domenica 23 marzo 2008

Sicurezza per Legnago!



VENERDÌ 28 MARZO 2008

LEGNAGO SICURA

Programma:
- ore 20:00 Raduno in Piazza Garibaldi
- ore 20:15 Corteo-fiaccolata verso il Centro A. Archeologico Via Fermi
- ore 20:30 Proiezione del filmato “Legnago Invisibile”
- ore 20:45 Conferenza – Dibattito “Le proposte de Il Popolo della Libertà sulla sicurezza”

Interverranno:
- MASSIMO GIORGETTI Assessore Regionale di Alleanza Nazionale-PdL
- RAFFAELE BAZZONI Consigliere Regionale di Forza Italia-PdL

LA CITTADINANZA È INVITATA

giovedì 20 marzo 2008

E io sto con Antinori!

Nella foga di sparare ad alzo zero per l'assenza di questo o quel liberale dalle liste del PdL, noi (concedetemi il plurale maiestatis) liberali non abbiamo notato un'altra assenza altrettanto importante: quella di Maria Burani Procaccini!

La madrina della famigerata Legge 40, quella sulla fecondazione assistita, non è infatti stata ricandidata, e al suo posto troviamo l'altrettanto famigerato Giuseppe Ciarrapico...

Come certo saprete, il contestato Ciarra è proprietario di una "catena" di quotidiani locali, principale motivo (dichiarato, per altro...) per il quale Silvio Berlusconi ha deciso di metterlo in lista.

Ora, succede che sui giornali del Ciarra, venga dato risalto in prima pagina ad un endorsement fatto nei confronti dell'editore, dal noto ginecologo Severino Antinori.

Antinori, noto per le sue posizioni liberali e libertarie, sè detto contento dell'esclusione della Procaccini, definita senza mezzi terimini "talebana", sponsorizzando invece il supposto fascista Ciarrapico come difensore della libertà e come colui che riuscirà a far cancellare la suddetta legge.

Ora, non sto qui a sviscerare l'argomento "Ciarrapico: da fascista a libertarian", ma preferisco concentrarmi sulla querelle Antinori-Procaccini.

La nostra "talebana" è andata al contrattacco dalle pagine di Liberal (giornale sicuramente strano: testata che fa riferimento ai liberali, contenuti binettiana e boss ex comunista...), come potete vedere qui.

Sinceramente, dopo aver letto questo articolo, non si può non stare dalla parte di Antinori, specie quando in maniera assolutamente bugiarda, la signora sostiene che la grande maggioranza degli italiani ha bocciato il tentativo di modifica tramite referendum.
La verità è che il referendum è fallito per menefreghismo, perchè gente come la Procaccini ha fatto disinformazione, sbandierando casi da eugenetica, clonazione e figli "Frankenstein".
Così, puntando tutto sulla fecondazione, è chiaro che solo le persone che non possono avere figli erano interessate.
Se ci fosse stata la possibilità di spiegare bene che col referendum si ampliavano i margini della ricerca, così da poter trovare rimedi per malattie gravi che possono colpire tutti, forse l'esito sarebbe stato diverso...
Vorrei vedere se un referendum che dice "da domani bisogna pagare il doppio delle tasse" fosse "sponsorizzato" dal Cardinal Ruini, e vediamo se anche stavolta il popolo lo segue da bravo gregge...

Tibet. Capezzone: L'Onu che fa? Siamo vicini a un piccolo olocausto e il Palazzo di vetro tace

Dalla sua militanza nei Radicali, l'onorevole Capezzone ha certamente tratto molti insegnamenti, al netto delle delusioni che lo hanno portato a lasciare il partito di cui è stato addirittura Segretario Nazionale. Uno di questi, è senz'altro la lotta in favore del Tibet e del suo popolo. A conferma di ciò, ecco questo intervento pubblicato sulle pagine (web) di Dec!dere.net, il network liberale-liberista-libertario da lui fondato e diretto.

Il quadro della giornata in Tibet è tanto grave quanto confuso. Il Dalai Lama ha messo sul tavolo la possibilità delle sue dimissioni, come estremo richiamo alle coscienze e alle intelligenze di tutti. Da Pechino, intanto, si continua ad accusare il Dalai Lama e la sua "cricca" (questo il linguaggio) di violenze, saccheggi e di ogni possibile nefandezza.

Le cose sono, in realtà, drammaticamente semplici. Lontano da telecamere o videofonini, i militari cinesi possono realizzare a Lhasa un piccolo Olocausto, che rimarrà sconosciuto e privo di testimoni. Orrore e silenzio. Resterà un anodino e terribile comunicato cinese, che già sembra di leggere: "La situazione è tornata alla normalità". E qualcosa del genere può accadere in qualunque momento: oggi, domani, o uno dei prossimi giorni.

Dinanzi a tutto questo, il cinismo e l'impotenza dell'Onu sono uno dei primi punti su cui è improcrastinabile una discussione esplicita. La carta fondativa del '48 – temiamo – non vale più, ormai, neanche i fogli su cui fu scritta. Cosa resta di quelle alte enunciazioni?

Una Commissione diritti umani saldamente sotto il controllo di efferate dittature; un Consiglio di sicurezza che non discute delle questioni più spinose; un segretario generale, Ban Ki Moon, che si limita incredibilmente a chiedere "moderazione a tutte le parti in causa"; e poi una sequenza di umiliazioni (si pensi all'incremento delle esecuzioni capitali in Iran dopo la Moratoria tanto solennemente proclamata al Palazzo di Vetro).

I neoconservatori americani posero la questione dell'Onu, e furono lapidati. Non avevano torto, anzi.


Credits: Dec!dere.net

martedì 18 marzo 2008

La "fortuna" dei tibetani (e dei ceceni)


Un noto modo di dire anglosassone è uso fare riferimento alla "fortuna degli irlandesi", ovviamente in senso ironico e dispregiativo. Per questo, nel suo periodo più "politico", il grande John Lennon scrisse, registrò e pubblicò una canzone intitolata "The Luck of the Irish", appunto "La Fortuna degli Irlandesi". Nel ritornello, la canzone diceva "se aveste la fortuna degli irlandesi/vorreste immediatamente essere inglesi", che spiegava bene quale fosse davvero la condizione degli abitanti dell'"isola verde"...

Ora, la "fortuna" degli irlandesi ce l'hanno due popoli oppressi e vessati: i ceceni e, come è sotto gli occhi di tutti in questo momento, i tibetani.

La loro è una "fortuna" doppia: sono dominati da due superpotenze mondiali (Russia e Cina) e professano due religioni che non sono quella di Santa Romana Chiesa (islamismo e buddhismo).

E così, mentre per la piccola e sperduta Timor Est, isolotto del Pacifico asiatico a forte connotazione cattolica, si mobilitarono il Papa, gli USA e quindi l'ONU, per la Cecenia ed il Tibet solo alcuni "peones" si disturbano a criticare quel miliardo e mezzo di comunisti bastardi, che con assoluto disprezzo tengono la gigantografia di Mao Tze-Tung su piazza Tienamen.

Addirittura il Papa fa dire al suo portavoce che non tocca certo ai giornali decidere se e quando sua Santità debba intervenire su un dato argomento, dopo alcune critiche arrivategli per non aver speso una parole sui massacri cinesi durante l'Angelus di domenica scorsa.
Sarà stato troppo impegnato a sparare contro liberalismo ed aborto, o forse spera che il suo silenzio favorisca i cattolici cinesi...

E gli USA?!? Che delusione!!!
E se ve lo dice un "amerikano" duro e puro come chi scrive...
Cos'è, hanno paura il presidente cinese non compri più i suoi jet dalla McDougall?!? O pensano di poter sottrarre all'antidoping i loro atleti ai Giochi?!?
Ha fatto di più la nostrana Sinistra Arcobaleno...

No amici, non possiamo essere per la democrazia ad ogni costo solo quando ci fa comodo o non ci comporta danni!

Se invadi l'Iraq, poi fai il culo pure ad Iran e Siria, alla Corea del Nord e alla Cina, a quel subdolo assassino di Putin e anche a qualche compiacente despota africano.
Sennò va a finire che giustifichi le sparate dei pacifisti senza sè e senza ma, amici di assassini "politicamente corretti" e sfaciotutto internazionalisti, ma sempre pronti a sputare al primo razzo nel culo del pazzo di turno...


FREE TIBET, FUCK MAO!!!

lunedì 17 marzo 2008

Tibet. Capezzone e Bondi: l'Occidente non può restare sordo, cieco e muto

Oltre alla dichiarazione di Lucio Malan, riportata nel post precedente, ritengo meritevole di attenzione anche questa dichiarazione congiunta firmata dagli onorevoli Sandro Bondi - Coordinatore Nazionale di Forza Italia - e Daniele Capezzone, fondatore del network Dec!dere.net, già Segretario Nazionale dei Radicali Italiani e Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati.

Il mondo è con il fiato sospeso per quanto sta accadendo in queste ore in Tibet. Il rischio di una vera e propria mattanza, di ulteriori violenze gravi e irreparabili ai danni di monaci e di cittadini pacifici e inermi, è sempre più concreto ed evidente. Rivolgiamo un sentito appello, personale e politico, ai Governi nazionali, all'Unione europea, alle autorità politiche e anche alle autorità religiose, affinché - ciascuno nel proprio ambito - possa essere detto e fatto quanto è necessario e possibile per evitare nuovi spargimenti di sangue, sulla scia delle positive prese di posizione del presidente americano Bush e della cancelliera tedesca Merkel.

Il Dalai Lama e con lui milioni di buddisti dichiarano di voler rispettare le prerogative della Cina. In spirito di dialogo e di nonviolenza, chiedono non l'indipendenza rispetto alla Cina, ma un regime e un profilo di autonomia all'interno della Repubblica popolare cinese. La repressione di manifestazioni pacifiche, l'arresto di un numero imprecisato di persone inermi (le cui condizioni non possono tuttora essere verificate), e l'uccisione di decine di religiosi e di civili non possono vedere l'Occidente sordo, cieco e muto.

E a maggior ragione addolora e sorprende che qualcosa del genere possa avvenire a cinque mesi da un appuntamento di concordia e di fratellanza come le Olimpiadi della prossima estate. Con rispetto, ma anche con forza e fermezza, occorre ricordare a tutti, e in primo luogo alle autorità cinesi, che è in gioco non solo la sorte di un piccolo territorio, ma molto di più: vite umane, e i valori irrinunciabili e universali della vita, della libertà, della democrazia.

Source: Dec!dere.net

MALAN: Richiamare la Cina al rispetto dei diritti umani in Tibet

Lucio Malan, senatore in carica di Forza Italia e candidato nelle liste del PdL alle imminenti Elezioni Politiche, ha rilasciato questa importante dichiarazione sulla vicenda tibetana:

"Se da oggi ad agosto non si coglierà ogni occasione per richiamare la Cina al rispetto dei diritti umani in Tibet e in tutto il paese, saremo complici delle atrocità che ogni giorno si compiono laggiù. L’attuale governo, invece, non ha finora perso occasione per tributare omaggio ai leader di Pechino che armano la mano di chi massacra i dimostranti tibetani come qualche mese fa ha fatto in Birmania."

Lo ha affermato il senatore azzurro Lucio Malan, che ha osservato:
"Senza contromisure, le Olimpiadi di Pechino diventeranno la più colossale operazione di propaganda di un regime totalitario della storia. Il regime nazista, dallo straordinario successo organizzativo e mediatico dei Giochi di Berlino del 1936, ottenne prestigio e simpatia, che seppe utilizzare per ottenere l’inerzia delle democrazie, ad esempio nella Conferenza di Monaco, di fronte alla sua escalation espansionista.
Oggi tutti ricordano la vicenda di Jesse Owens, ma in realtà all’epoca nessuno ci vide una sconfitta di Hitler, anzi, le congratulazioni del campione locale Lutz Lang contribuirono al successo del dittatore. A Berlino, l’entusiasmo per il paese organizzatore fu tale che diverse rappresentanze salutarono le autorità tedesche con il braccio alzato in ciò che fu pudicamente definito il ‘saluto olimpico’. Vogliamo fare lo stesso a Pechino?"


Source: Forza Italia

venerdì 14 marzo 2008

Tibet: Della Vedova, Intervenga il Governo italiano, si associ alle richieste Usa

Pechino rispetti la cultura tibetana e riconosca il ruolo politico del Dalai Lama
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia:

Il Governo italiano in questi giorni è stato prodigo, come al solito, di moniti e di denunce nei confronti del governo israeliano per le sue "sproporzionate" reazioni contro Hamas. Sarebbe il caso che, spostando lo sguardo un po’ più ad est, dicesse qualche parola su quanto sta avvenendo in Tibet. Molto potrebbe essere addebitato alle autorità di Pechino: la violenza e la persecuzione a danno delle elite politiche buddiste, la criminalizzazione della leadership nonviolenta del Dalai Lama, il razzismo etnico e religioso ai danni del popolo tibetano. Questa linea di scontro, perseguita dalla Cina con assoluta sistematicità, compromette qualunque possibilità di pacificazione e merita una reazione ferma da parte della comunità internazionale.
Il governo italiano, ribaltando la sua tradizionale indulgenza nei confronti di Pechino, dovrebbe associarsi al più presto alla posizione statunitense, che chiude al governo cinese il pieno rispetto della cultura tibetana e il riconoscimento del ruolo politico del Dalai Lama.

Credits: Riformatori Liberali

giovedì 13 marzo 2008

Proposte liberali per il Popolo della Libertà

Cari amici, vorrei segnalarvi questi due interessanti post dal sito ufficiale dei Riformatori Liberali:

questo parla di scuola

questo, invece, di Cina e protezionismo

Che dire, BDV e compagnia sono sempre più un'importante risorsa per noi liberali del Popolo della Libertà. Cavaliere, li ascolti!!!!!!!!!!!!!!

martedì 11 marzo 2008

Tibet: Della Vedova, Si guardi al Tibet come al nuovo ‘est europeo’

Prosegue la battaglia di questo blog in favore del Tibet. A tal proposito, pubblico questo intervento di Benedetto Della Vedova, candidato nelle liste del PdL alle imminienti Elezioni Politiche, e leader dei Riformatori Liberali, la forza politica che più d'ogni altra si sta dando da fare per gli amici tibetani. Una volta questa era una battaglia dei Radicali (da cui quasi tutti i RL provengono), ma da qualche tempo Pannella & Co. sono più interessati a seggi sicuri e quote di finanziamento pubblico (del quale han sempre chiesto l'abolizione...), piuttosto che a questioni non trascurabili come la causa tibetana...
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Nel 49° anniversario della rivolta di Lhasa, si presti ascolto alle denunce del Dalai Lama

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, Presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia

Nel 49° anniversario della fallita insurrezione di Lhasa, la questione tibetana, rilanciata in questi giorni da parte del Dalai Lama, si conferma un eloquente "simbolo" della violenza politica su cui il regime cinese fonda il proprio potere e il proprio modello di organizzazione sociale.
L’Occidente e il mondo libero devono avere il coraggio di guardare al Tibet con lo stesso spirito e la stessa fermezza, con cui le forze politiche liberali e democratiche guardavano alla schiavitù ideologica e politica a cui l’impero sovietico costringeva l’est europeo.
Non credo (né ho mai creduto) all’utilità e all’efficacia delle politiche di chiusura politica, economica e commerciale nei confronti di Pechino (anzi, ritengo che la globalizzazione consenta una positiva internazionalizzazione della questione politica cinese). Ma non credo neanche al silenzio complice, all’indulgenza verso le violenze e all’allineamento nei confronti del regime di Pechino.

Credits: Riformatori Liberali

lunedì 10 marzo 2008

...E io, un liberale, laico, pidiellino del Nord, "difendo" Mastella...

Dire che chi scrive e Clemente Mastella hanno davvero poco in comune è senz'altro un eufemismo. Tuttavia credo sia giusto indignarsi in presenza di certe manifestazioni di odio personale come quella che potrete trovare qui.

Il senatore Mastella non sarà certo uno stinco di santo o un modello di Politica, ma non è certo la merdaccia che si vorrebbe far credere e, statene certi, nel prossimo Parlamento siederanno persone ben peggiori e molto più "macchiate" di Clemente Mastella.

Sarebbe il caso che qualcuno, specie in area democratica, si porgesse qualche domanda...